Pochi chilometri di distanza da Subiaco ma tutt’altro scenario: la maestosa faggeta di Monte Livata ci aspetta a un paio di centinaia di metri più in alto… sarà una lunga “passeggiata” per raggiungere la partenza! Espediente “crudele” (specie dopo una sprint il giorno prima) di un altro caro amico, Stefano Zarfati, tracciatore di giornata, per permetterci di godere della parte più alta e più bella dell’immensa area cartografata della zona. E’ la terza prova di Coppa Italia, la prima della stagione per me, e ci sono le aspettative di ripetere in MA le buone prestazioni del 2012, sebbene lo stato di forma sia al ribasso e il terreno di gara di solito non premia chi manca di velocità e resistenza. Il tracciato è veramente duro ma così vario come raramente è capitato qui: una prima parte come ti aspetti che sia una gara a Livata, bosco bianco e velocissimo alternato a piccole e grandi radure; poi, sorpresa, un’abetaia sporca in costa e in discesa (il famigerato “Passo delle Pecore”) che tanto ricorda il terreno prealpino, che ti logora le caviglie; come se non bastasse, nel finale di gara c’è da correre con tutte le energie che si hanno ancora in corpo, con lunghe tratte nel terreno aperto e sassoso che sembrano non finire mai. Tre “momenti”, e terreni, diversi nella stessa gara, e a Monte Livata! Bravo Stefano!! Mentre scrivo sento ancora le gambe legnose, ma ne è valsa la pena: allo scarico sono terzo e sesto alla fine, un risultato per cui avrei probabilmente firmato a occhi chiusi il giorno prima!
“Man of the match” odierno ancora Francesco, che fa due su due nel weekend. Buone anche le prove di Leonardo (quinto in M50), Arianna (sesta in WB), Luca (nono in MB) e Giuliano (14° in MB), tutti in linea con le migliori aspettative. Incoraggiante il rientro di Antonio, limitato ovviamente dalla gessatura a polso e avambraccio per una recente frattura in allenamento ciclistico.
Di seguito il commento alla gara di Luca, la sintesi di quanto sia bello tornare all’agonismo nel nostro sport dopo una lunga essenza.
All’arrivo nella zona Ritrovo della manifestazione non nascondo un pochino di emozione nel prendere parte, a distanza di qualche anno, ad una gara nazionale. L’anfiteatro naturale si presta ad accogliere l’arrivo ed il punto spettacolo, cerchiamo un buon punto di osservazione e ci adagiamo felicemente sul prato.
Mi preparo per la gara cercando di ricordare tutti i pezzi… bussola, SIcard, pettorale, nuova maglia da gara….. Ho tutto e mi dirigo in partenza! Per raggiungere la partenza ci sono circa 600 metri da fare al passo e li uso per trovare la concentrazione. E’ il momento in cui si è soli e si deve pensare a come affrontare il tracciato.
Salendo verso il triangolo scruto i concorrenti che prenderanno parte alla gara e provo ad immaginare chi potrebbe essere un mio avversario…
Anche se sono consapevole della poca autonomia atletica, l’adrenalina inizia a salire ed arrivati al gazebo di lancio la voglia è solo quella di far bene….Trovo l’obiettivo da mettere nel mirino, un concorrente che parte 2 minuti prima di me, bel fisico, stile da atleta rodato… lo devo prendere! Entro nel gazebo ed è come entrare in un’altra dimensione, silenzio, cartina pronta, cronometro azzerato, battiti alti….VIA!
Parto con calma per cercare di trovare il feeling con la carta. E’ una relazione interrotta troppo tempo fa… Fortunatamente il terreno morbido e le curve di livello chiare favoriscono il rinascere delle sensazioni orientistiche… Mi trovo ad affrontare i primi punti dove il buon Stefano ha inserito la gran parte del dislivello di gara e per me è una scelta ferale. Al quarto punto le gambe sono finite ed il cuore batte all’impazzata.
Continuo cercando di rimanere concentrato e sfruttare le obbligate pause dalla corsa per leggere e memorizzare le tratte successive… sono ora in un lungo tratto in salita su sentiero e sento dietro di me il passo ed il fiato di un atleta che risale correndo. Mi giro ed è il mio target! inseguimento riuscito e distacco colmato. Sorpreso dalla bella scoperta continuo la salita al quinto punto al passo. Anche se felice, le gambe proprio non ce la fanno. Affronto i successivi punti alternandomi con lui alla punzonatura dei punti, fortunatamente compenso l’atletica con una maggiore precisione….
Con il cuore sempre alto e le energie limitate arrivo all’ultima parte di gara, il mio avversario è riuscito a distaccarmi sul tratto di scorrimento veloce. Non mi abbatto perchè so che posso giocarmela nella zona di bosco e continuo al mio ritmo (per me elevatissimo, nella realtà molto lento)… termino la parte in bosco con le gambe oramai finite, sono rimasto solo nel fettucciato che porta all’arrivo…
Intertempo dello “sprint” 22 secondi, ultimo di categoria e battiti oltre i 190. Punzono il Finish e cerco da bere e controllo il tempo.. Obiettivo di giornata centrato e 10 secondi di vantaggio sul mio avversario!! Ho meritato pane e salsiccia a fine gara!
Un ringraziamento agli organizzatori per la bella giornata di sport e natura!