Nella sua pur breve carriera, per quanto ce lo ricordiamo, giovanissimo, con una mappa di orienteering tra le mani già 10 anni fa, Francesco non aveva ancora colto un acuto internazionale. Dopo il titolo sprint M20 dell’anno scorso a Martina Franca e il circuito di Coppa Italia M18 vinto al termine della scorsa stagione agonistica, la scorsa settimana Francesco ha vestito la casacca della nazionale giovanile italiana in occasione dei Campionati Mondiali Studenteschi, disputatisi a Otepää, in Estonia, centrando il suo primo risultato di assoluto rilievo fuori dai confini italiani: ci racconta lui la sua esperienza…
Dopo due anni dall’ultima volta ritorno a disputare i Mondiali studenteschi di orienteering. Se nel 2017 mi sono trovato a gareggiare nella calda Palermo, quest’anno lo scenario è completamente diverso: la città scelta è Otepää, in Estonia, quindi con qualche grado di latitudine in più e qualche grado di temperatura in meno. Se a Palermo ero alla prima esperienza internazionale e non ho raccolto un granché, a Otepää arrivo con un bagaglio più grande e sono pronto a battermi alla pari con gli altri.
a Otepää arrivo con un bagaglio più grande e sono pronto a battermi alla pari con gli altri.
Guardando le squadre nazionali iscritte noto che ne mancano molte tra le più forti, come Svizzera, Norvegia o Ungheria, e ciò mi motiva ancora di più a fare bene. Con questa determinazione mercoledì 1 maggio parto per la prova long, la prima gara della manifestazione. I primi due punti li passo con qualche imprecisione, poi alla prima tratta lunga decido di prendere il sentiero a sinistra, dato che dal model event sapevo che il bosco verde era molto ostico, arrivo al punto perfettamente ed è proprio qui che commetto un errore fatale: leggo il codice 55 sulla lanterna, ma quello che cercavo era il 65, così “pascolo” in zona punto per altri 5 minuti; quando ritorno allo stesso punto di partenza e prendo atto del mio errore, mi sento scoraggiato e capisco di aver buttato una gara per aver letto 5 al posto di 6. Ma non mi arrendo perché so che anche il risultato generale della squadra è importante, così riparto ma perdo già qualche secondo alla 5 e un minuto alla 6 per aver preferito entrare nel bosco piuttosto che fare il giro largo sul sentiero. Passato il punto radio della 7 riprendo la concentrazione che avevo perso e termino con una seconda parte di gara sicuramente migliore della prima. Con il tempo di 50’56” concludo 15° a meno di cinque minuti dal primo (46’08”) e con mio grande dispiacere mi accorgo di come avrei potuto vincere la gara senza quell’errore sciocco al terzo punto. Mi ha risollevato il morale il secondo posto dell’altro atleta azzurro Ilian Angeli, al quale faccio i miei complimenti.
Consapevole del mio potenziale, venerdì 3 maggio, due giorni dopo, sono carico per la prova middle. Il clima è molto rigido per essere maggio (durante le prime ore del mattino è caduto qualche fiocco di neve) ma di solito non risento del freddo, anzi, spesso mi piace. Così sono pronto alla linea di partenza. Non è stato uno dei miei migliori avvii: al primo punto perdo già 30” perché non riesco a trovare un varco nel verde 2 e ritardo l’uscita dal sentiero a nord del punto, ma non mi demoralizzo perché so che Ilian è arrivato secondo con una gara non perfetta. Nella tratta verso il terzo punto recupero lo svedese che mi partiva due minuti davanti; se dal una parte mi sento molto contento, dall’altra devo stare attento a non farmi distrarre da lui e ci riesco, infatti in zona punto noto che lui tende leggermente a sinistra, io presto molta attenzione e trovo il punto prima di lui riuscendolo a staccare subito. Proseguendo con la gara noto che il sesto punto è molto delicato, poiché un piccolo errore di direzione mi avrebbe portato via svariati secondi, perciò lo affronto con molta cautela andandoci di precisione. Alla 8 un episodio tragicomico mi ha fatto perdere altri 20”: attraverso la pista da salto con gli sci, a un certo punto perdo l’appoggio e scivolo fino in fondo! Posso solo immaginare quanto gli altri intorno a me abbiano riso divertiti. Comunque questo mi fa anche perdere svariati metri di dislivello che a questo punto della gara diventano veramente pesanti. Alla 9 forse la scelta da sinistra è migliore della mia da destra, ma comunque la eseguo senza particolari difficoltà. Dopo la 9 vedo la mappa e comprendo che c’è solo da correre per raggiungere il traguardo; la corsa, però, diventa sempre più pesante dopo una middle intera e un finale di long dove ho spinto al massimo e, con grande fatica, finisco la mia prova in 23’16”. Il mio è un primo posto provvisorio che in realtà mi aspettavo visto il mio orario di partenza tra i primi, ma che pensavo non sarebbe durato per molto. Vado a farmi la doccia e quando torno in arena un’ora dopo scopro sorpreso che sono ancora in testa, così inizio a credere di poter rimanere nel podio lungo (i primi 6), ma mi stupisco quando a gara conclusa mi ritrovo 3° a 50” dal primo e 45” dal secondo. Mi presento molto soddisfatto alle premiazioni, ma resto un po’ dispiaciuto per il risultato finale della squadra: se il primo giorno ci trovavamo primi, ora siamo scesi in quarta posizione, quindi non saremo premiati alla cerimonia di chiusura.
I mondiali studenteschi non sono però solo gare, è presente anche la componente del divertimento e della socializzazione con gli atleti di altre nazioni, per questo ci sono vari eventi come la giornata culturale di giovedì trascorsa a Tartu, il party finale e la staffetta dell’amicizia di sabato, molto particolare perché consisteva nel gareggiare insieme ad altri due atleti scelti a caso tra tutte le nazioni partecipanti e nella quale dovevamo scegliere una strategia per dividerci tutti i punti presenti sulla carta. È anche per tutto ciò che questa è stata per me un’esperienza memorabile e che ho avuto la fortuna di fare per ben due volte; stavolta, però, torno a casa soddisfatto con una bella medaglia di bronzo.
Qui trovate risultati, splits, routegadget ed altre foto: http://isforienteering2019.ee/
E questo è l’album su facebook con tutte le foto degli italiani: https://www.facebook.com/stefano.raus/media_set?set=a.2366395736746538&type=3
Si ringraziano Lucia Curzio e Stefano Raus per le foto