EYOC 2019 in Bielorussia, parola a Francesco

Dopo un anno nel quale ho mancato la convocazione agli EYOC, questa volta ce l’ho fatta e a fine giugno ho preso parte al campionato europeo in quel di Grodno (Bielorussia). Sono consapevole di essere migliorato rispetto agli EYOC di due anni fa, in cui come miglior piazzamento ho ottenuto un 50° alla long, e questa volta sono determinato ad arrivare davanti in classifica.

Siamo partiti mercoledì 26 sera alla volta di Varsavia, pianificando di arrivare il giorno dopo a Grodno in tempo per svolgere il model event nel bosco. Ed ecco il primo imprevisto: il pulmino che avrebbe dovuto portarci è arrivato con 1h30′ di ritardo e alla frontiera siamo rimasti fermi per oltre un’ora, cosicché siamo giunti a Grodno troppo tardi per il model event, che ci avrebbe dato qualche dritta per affrontare la long il giorno successivo. Fortunatamente per noi, un assaggio di questi terreni lo abbiamo già avuto nel training camp in Lituania di fine aprile, quindi non eravamo del tutto impreparati.

Sulla linea di partenza mi immaginavo già un bosco per la maggior parte verde e, una volta presa la carta, le mie aspettative sono state rispettate. Però, subito al primo punto ho avuto difficoltà ad entrare in gara finendo lungo sul sentiero vicino al punto con un errore di 1’30”. Purtroppo le cose sono andate di male in peggio, infatti al secondo punto ho sbagliato più di 5’ arrivando fino alla 3  e sono riuscito addirittura a perdere secondi alla 3, dove ero già passato. Dopo un quarto punto senza finalmente nessun errore, è arrivata la prima tratta lunga: ho deciso di seguire il prato fino alla sella per poi seguire avvallamenti e sentieri fino al punto, ma a metà tratta ho pensato che tagliare per il bosco sarebbe stato meglio, ma questo mi è costato un errore in zona punto. Dopo una prima parte rovinosa, la mia prestazione è andata migliorando (ho commesso “solo” un altro grosso errore di 2’ alla 12), ma il risultato sperato era ormai sfumato. La gara mi ha lasciato molto deluso: ho concluso in 51^ posizione a 18’51” dal primo.

La mappa della gara long

La mattina dopo era il giorno della staffetta. Io avrei disputato la seconda frazione, ricevendo il testimone da Marco Orler e dando il cambio ad Alberto Bazan. Orler in prima ha disputato un buon lancio: mi ha fatto partire in 12^ posizione, molto vicino alle squadre davanti a noi. Dopo i primi due punti senza errori, alla 3 una imprecisione mi è costata 30”; a questo punto mi sono ritrovato insieme all’austriaco, ma seguendolo mi sono accorto che aveva un forking diverso, così, quando ho trovato il punto, l’estone e l’inglese mi hanno ripreso. Ho proseguito assieme a loro fino alla 10, commettendo un’ingenuità molto pesante alla 11: ho, infatti, confuso la 11 con la 1, un errore che mi è costato minuti preziosi. Ma le sbavature non sono finite qui, infatti anche dopo il punto spettacolo ho sbagliato: alla 14 sono finito troppo a sinistra. Dopo 40 minuti di gara sono arrivato al cambio in 14^ posizione arrabbiato con me stesso e dispiaciuto per la squadra. Bazan, seppur non con una gara pulita, è riuscito a recuperare ben 3 posizioni, concludendo così in 11^. Con una mia prestazione migliore avremmo indubbiamente conquistato la top 10 senza alcun problema.

La mappa della staffetta

Dopo le due prove disastrose in bosco, avevo molta voglia di chiudere in bellezza questa trasferta con la sprint. Era la prova che nel gruppo della nazionale avevamo preparato di più, con carte vecchie, percorsi ipotetici e street view. Sapevo che la gara sarebbe stata molto veloce, perciò il fattore atletico era fondamentale, in pratica dovevo correre al massimo dall’inizio alla fine. Le scelte di percorso si sono rivelate decisive, anche 20 metri di troppo avrebbero fatto la differenza. Parlando della mia gara, al primo punto ho rischiato subito un errore fatale: stavo, infatti, per imbroccare il vicolo precedente a quello dove era posto il punto, ma, dopo due passi, mi sono accorto che il vicolo che avrei dovuto prendere non era porticato, a differenza di quello in cui mi trovavo. Per fortuna mi sono salvato in tempo. Ho deciso di affrontare la 2 da destra, scelta che si è rivelata vincente in un’analisi posteriore. Al quinto punto ho deciso, senza pensarci troppo, di fare il giro largo per allungare il passo, poi due punti vicini e la 8, in cui la scelta destra-sinistra era fondamentale; io ho fatto la peggiore, ovvero da sinistra, infatti risultano 10” di ritardo dal migliore intertempo. Dopo il punto spettacolo ho cominciato ad accusare la fatica e non ero più molto lucido. La 12 era il classico punto da descrizione (interno o esterno rispetto alla recinzione); per qualche motivo ero sicuro che il punto fosse esterno, ma a metà tratta ho guardato la descrizione accorgendomi che era interno; in questo modo mi sono salvato in corner. La 13 e la 14 prevedevano altre due scelte e io, prendendole entrambe da sinistra, forse non le ho azzeccate. A quel punto c’era solo da correre fino all’arrivo, dove sono giunto con le gambe che non reggevano più ma contento della mia prestazione. Il risultato mi ha lasciato finalmente soddisfatto: 9° a 28” dal primo e a 12” dal podio lungo. Dopo una partenza difficile, all’ultima occasione sono riuscito a riscattarmi in questo che era il mio ultimo EYOC.   

La mappa della sprint

Si ringraziano Lucia Curzio e Stefano Raus per le foto.